Partire dalla genuinità dei
prodotti e dalla loro ricerca nei territori autoctoni per poi trasferirli, con
la passione e la competenza del buon gourmet, nel menu di una delle pizzerie
tra i primi posti in Italia nella hit parade della ristorazione.
Siamo a Giulianova, a pochi
metri dal mare, alla fine del Lungomare Spalato, in zona decentrata, ma forse
proprio per questo ancor più suggestiva.
L’idea del titolare e gestore, Nino Cartone,
giuliese verace, è semplice e nello
stesso tempo geniale: approvvigionare la “cambusa” del locale con quanto di
meglio possa scaturire dalla tradizione gastronomica abruzzese. Lo fa andando a
rifornirsi delle specialità più famose
direttamente nei luoghi d’origine dei prodotti, raccogliendoli, in un
certo senso, proprio dal territorio, o dalle sapienti mani di coloro che, con
antica arte tramandata di generazione in generazione, li lavorano per
immetterli sul mercato. Il risultato è sorprendente. Sulla tavola dei
commensali si susseguono le prelibatezze dei
luoghi tipici dell’Abruzzo, artisticamente serviti su una base di pizza
lievitata con metodo naturale per 72 ore.
La verità è che a nessuno fino ad ora era mai venuto in mente di mettere
a disposizione di tutti il meglio della tradizione gastronomica di un territorio
senza ricorrere alle solite sagre paesane. Si può gustare il piatto del gourmet
guardando il mare ed ascoltando lo sciabordìo delle onde senza percorrere
chilometri e chilometri per raggiungere i luoghi di produzione. Per un turista
è il massimo. Avere a portata di mano una panoramica delle specialità marine e
montane di tutta la regione e poterle assaggiare per poi decidere se andare ad
approvvigionarsi, eventualmente, nei luoghi di produzione prima di ripartire
dopo le vacanze.
L’uovo di Colombo? Forse.
Ma se “Spicchi d’autore” è
fra le prime quindici pizzerie italiane vuol dire che il meccanismo funziona
bene e che a volte un’intuizione ed un pizzico di coraggio, uniti da una
lungimirante imprenditorialità, ottengono il giusto riconoscimento di pubblico
e di critica.
E nel settore della
ristorazione non è poco.
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