...C’incontrammo al
Belvedere di Tragara per quell’ultimo appuntamento. Tra piccoli sentieri,
salimmo tenendoci per mano alla Villa di Tiberio, oltre il cancello, fino alla
rupe. S’era levata intanto una brezza leggera, poi venticello, che portava con
sé suoni ed i rumori del Golfo, così lontano,
eppure visibile. Lei vestiva di bianco. Indossava un camicione largo in vita con due spacchi
laterali sulle gambe nude nerissime. Il suo viso, sul quale danzavano i riflessi del collier di Bulgari, la fragranza
dell’ammaliante essenza di Chanel, quel modo che aveva di sorridere, così
sbarazzino e seducente, tutto quella notte sapeva di magico e di irreale……..
…Le dissi che l’avrei portata via con me, lontano. E rovesciati i tavolini di Piazza Umberto davanti ai quali i suoi compagni sorbivano candidi frappè, la traevo a forza dalle braccia (morbide braccia) dei suoi coetanei ben vestiti, lacerando le loro camicie di seta, ed interrompendo bruscamente il futile racconto della vacanza a Cortina di una delle sue sofisticate amiche. Via dagli stupidi giochi di società della sera , intorno ai falò, via da tutti loro per fuggire insieme con uno studente squattrinato, a cercare un felice avvenire in un’altra Capri, se mai ce ne fosse stata una….”
…Le dissi che l’avrei portata via con me, lontano. E rovesciati i tavolini di Piazza Umberto davanti ai quali i suoi compagni sorbivano candidi frappè, la traevo a forza dalle braccia (morbide braccia) dei suoi coetanei ben vestiti, lacerando le loro camicie di seta, ed interrompendo bruscamente il futile racconto della vacanza a Cortina di una delle sue sofisticate amiche. Via dagli stupidi giochi di società della sera , intorno ai falò, via da tutti loro per fuggire insieme con uno studente squattrinato, a cercare un felice avvenire in un’altra Capri, se mai ce ne fosse stata una….”
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