lunedì 12 marzo 2012

RUSSELL E FUNSINO

L'ennesimo messaggio del mio amico ricercatore se da un lato riporta ancora un episodio della intensissima esistenza di Funsino de Battaje, d'altro canto apre questa volta uno scenario importante a chi vuole veramente comprendere il significato di questo personaggio nella storia dell'uomo. Si dia dunque la giusta lettura all'avvenimento descritto e chi vuole comprendere comprenda perchè in ogni epoca della storia un "Funsino" è davvero sempre presente.......

Caro Sergio,
Se non sapessi vero quello che ti sto per raccontare, ti giuro che non lo crederei. Ti pongo ancora, dunque, questo interrogativo: "e' mai possibile che una figura di tale importanza sia passata inosservata nello scorrere della storia?". Forse ciò e' conseguenza della FILOSOFIA DELLA VITA  che Funsino praticava e praticamente insegnava. Quello che segue ti convincerà della bontà di tale interpretazione.
Secondo quanto riportato dal logico Ludwig Wittgenstein, grande amico di Lord Bertrando Russell - il grande filosofo britannico - Funsino nel 1912 si aggirava nei pub di Cambrige dove ebbe occasione di incontrare il grande pensatore d'oltre manica. Il naturale magnetismo del Grande Funsino non poté non attrarre a se', come una calamita, la curiosità e l'attenzione del filosofo. Egli, il filosofo, stava in quel tempo approfondendo nei suoi "Principia Mathematica" la possibilità di dimostrare l'esistenza di principi logico-matematici evidenti ed assoluti, non subordinati all'esistenza della mente pensante. Russell si proponeva di dimostrare se l'assunto 2+2=4 fosse vero in assoluto, o se la veridicità dello stesso fosse subordinata alla struttura della mente che eseguiva l'operazione. Bel dilemma davvero. Alfonsino dal canto suo girovagava ramingo come ormai siamo abituati ad immaginarcelo.
Un freddo giovedì di fine novembre del 1912, in un pub frequentato dagli studenti dell'università di Cambridge dove Bertrando era giovane professore, lo stesso si imbatte' nel volto inquieto e pensoso di Funsino. Credendolo, come e', un Grande Uomo gli si avvicino' e comincio' ad esporgli la sua teoria. Funsino, una pinta dopo l'altra, lo guardava silente mostrando solo raramente segni di fastidio. Ormai prossimi all'alba, con un brusco gesto della mano il Camplese zitti' Russell e pronuncio' la storica frase: "Cuio', vid ch'ncula ae' nandre cose ch'esse nculate".
Ecco la filosofia della vita di Funsino basata sulla persuasione, a volte dolorosa, dell'evidenza empirica. Da allora Bertrand Russell abbandono' i principi matematici.
Un saluto














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