martedì 19 giugno 2012

PATENTI E PATENTATI

Per conseguire la patente di guida occorre superare un esame attitudinale, dopo aver risposto correttamente ai famosi quiz che il Ministero dei Trasporti propone e per avere ragione dei quali è necessaria una lunga e attenta preparazione sui testi all’uopo predisposti e forniti dalle varie Scuole Guida che operano in tutto il Paese. Fin qui tutto regolare. Poi nel corso della carriera automobilistica del patentato, però, le cose cambiano. Innanzitutto non è previsto mai un corso di aggiornamento (anche senza esame) per avere cognizione dei vari mutamenti che avvengono durante gli anni e che a volte sono anche significativi e sconvolgenti. Si apprende solo dall’uso pratico, ad esempio, che nelle rotonde bisogna dare la precedenza a sinistra, pur non avendolo mai letto né studiato su alcun testo e pur non avendo mai risposto in proposito a specifici quiz inerenti alla nuova regola. E’ solo un esempio. Altri se ne potrebbero citare, non ultimo quello relativo alla presenza di nuovi segnali stradali che un conducente con preparazione anni ’60 non ha mai visto. Passi. E che dire della nuova normativa che impedisce ai giovani neo patentati di guidare una moto di cilindrata 300 se non sono in possesso di specifico patentino "A"? Giusto, corretto e prudente. Ma come mai chi ha conseguito la patente prima della Riforma può farlo pur non essendo mai salito su una moto? Mistero. Mistero con conseguenze a volte risibili. Mio figlio trentenne patentato che guida correntemente lo scooter 50 non può salire sulla Vespa 300. Mia moglie, patentata anni ’60 che non è mai salita su uno scooter nella parte anteriore e che ha sempre fatto la passeggera, volendo, potrebbe guidare la mia moto Tenerè 600 enduro fuori strada che, se cade, ha bisogno di tre persone per essere risollevata.

Misteri della Motorizzazione civile .