giovedì 5 aprile 2012

LA CRISI - FALSI SIGNORI E VERI IGNORANTI

LA CRISI – FALSI SIGNORI E VERI IGNORANTI


E se questa crisi fosse come una coperta che viene tolta all’improvviso e che svela le nudità di coloro che sotto di essa ascondevano lacune e peccati, ignoranza, presunzione, mancanza di cultura, e mille altri difetti ancora che solo il dio denaro era in grado di non far apparire alle genti? Se davvero tutti questi felici plutocrati fossero smascherati dall’improvviso tsunami della recessione e messi in condizione di apparire così come mamma li fece, ossia non più vestiti dell’etereo velo dell’apparenza, ma ignudi e palesemente esposti al giudizio degli altri? Ecco che allora, caduto il castello della loro apparente solidità, verrebbe fuori in tutta la sua portata la loro reale essenza, il loro basso o inesistente acculturamento, la mala educazione, l’ignoranza, il cattivo gusto, la viltà. Sei grande e sei qualcuno perché possiedi del denaro? Perdi il denaro e non sei più nessuno.

Questo potrebbe generare di positivo la crisi. Andare a vuotare le tasche di coloro che forti della propria potenza economica hanno costruito una finta egemonia, millantando doti e virtù che non hanno mai posseduto ma che il denaro ha virtualmente inventato per loro, favorendo false apparenze e presentandoli all’opinione pubblica come personaggi degni di ogni rispetto e di ogni riverente attenzione. Un micidiale cocktail di nulla presentato come un insieme di valori destinato a creare carisma negli altri.

Chi è in grado di esibire la propria appartenenza al ceto dei prediletti dal dio denaro è considerato persona di cultura, di buone doti morali, di alte capacità sociali, di encomiabile educazione, di raffinato gusto. Ma se la coperta salta e le tasche si vuotano per l’impetuosità del vento che rinnova l’economia e se i ricchi ma finti signori diventano veri poveri la musica cambia. Allora emerge la loro originaria natura che li espone al ludibrio ed al giudizio degli altri senza la protezione di quel velo di ipocrisia con cui il dio denaro li aveva protetti fino a quel momento.

Ecco che allora il ricco ignorante, tornato solo ignorante, non ha più dalla sua la possibilità di camuffare la propria incultura e torna nell’indifferenziato cosmo dell’anonimato e dell’inettitudine. Ora nessuno più è disposto a perdonargli inurbanità, sgarbatezze e villanie e nessuno più è propenso a stare ad ascoltarlo, ad assecondarlo nelle sue amenità a passar sopra alle sue prevaricazioni.

Questa è la potenza del dio denaro.

Questo potrebbe essere un effetto positivo della crisi.