QUEL MANOSCRITTO MISTERIOSO
Il mio amico ricercatore prosegue la sua indagine su un manoscritto rinvenuto nel solaio di una vecchia casa di campagna. Elementi coincidenti sembrerebbero confermare la datazione del reperto e la suggestiva identificazione del misterioso personaggio, così come lo stesso ricercatore azzarda nella sua ipotesi.
Naturalmente accolgo con gran piacere, a beneficio di tutti i lettori, il materiale ancora grezzo che dovrà essere sottoposto ad ulteriori analisi. Nel frattempo, tuttavia, traspare la possibilità che da queste strane righe si possa ricostruire qualche aneddoto storico assolutamente inedito.
C’è da dire in verità che dei Mille faceva parte anche Menotti, figlio del generale, nato nel 1840 e che quindi, all’epoca dei fatti, avrebbe potuto essere adolescente o già giovinetto (ricordo che la presunta datazione degli avvenimenti è, per ora, collocata tra il 1830 ed il 1870).
Se qualche lettore ha da aggiungere lo faccia pure, sempre per il bene della fedeltà alla storia .
Caro Sergio,
Ti ringrazio per l'aiuto che i nostri amici del blog mi hanno offerto per decifrare il manoscritto. E' d'uopo che io ti faccia pubblicamente i miei ringraziamenti. Spero di farti cosa gradita aggiungendo quello che con l'ausilio della scienza chimica sono riuscito a carpire dal consunto quaderno. Non sono ancora in grado di trascrivere il contenuto parola per parola, perché i processi chimici stanno ancora agendo sul vecchio inchiostro. Pare pero' emergere che la penna scrivente sarebbe quella di un certo "Funzine de Battaje". I fatti narrati dovrebbero essere coincidenti con il periodo della caduta della fortezza di Civitella. Ancora non posso dirti nulla sulla trama di questi fugaci commenti, anche perché alcuni particolari non coincidono con la realtà storica accettata dei fatti. Si fa riferimento ad un certo "Giuseppo lo Ribalto" e talvolta ad un "Garibalto" che potrebbe essere un soprannome vista la popolarità dell'eroe dei due mondi a quei tempi. L'unico pezzo che posso riportare sperando nell'aiuto dei lettori e' il seguente:
"Garibalto me dicette secretando lo penziere all'atri, Cuesti Barboni fors'e mije de llu delinquente de Conte summont'alu Piemond
E ije ce crate pecc'a dormute sul lu letta mi' e magnate lu cace mi e va scupenne che fannamura' tutte li fammene cullu' barbone de demonje"
E' chiaro, Sergio, che io non posso credere che Giuseppe Garibaldi si aggirasse nella campagna teramana facendo innamorare le contadine, parlando male di Cavour e inneggiando alla restaurazione del Regno Borbonico. Qualche lettore con basi di storiografia più solide delle mie e' in grado di aiutarmi?
Se non altro aiutami tu pubblicando sul blog.
Ciao e grazie.