lunedì 13 dicembre 2010

IN UN VECCHIO CASSETTO….

Un amico lettore del blog,  rovistando tra le vecchie carte del defunto nonno, in un vecchio solaio di una casa di campagna, nei pressi di Campli, ha rinvenuto un antico manoscritto, estremamente originale  non solo per il contenuto polemico, ma soprattutto perché scritto in modo spontaneo ed estemporaneo, con grande massacro della lingua madre, bistrattata nella grammatica e nella grafia. Un documento, tuttavia, dal quale traspaiono alcuni riferimenti  che potrebbero costituire base di ulteriori ricerche storiografiche sul territorio:

Caro Sergio,
 Come ti ho anticipato, necessito di allegerirmi di un peso gravoso che mi opprime. Tu sai, infatti, come ti ho più volte ricordato, che io ho ritrovato un antico manoscritto rovistando tra le carte del mio defunto nonno nella casa di campagna di famiglia vicino Campli. Subito penserai al classico artificio letterario del manoscritto: questo non lo e'. Te ne trascrivo un piccolo pezzo che' tu possa giudicare da solo. Ti preciso solo che non ho idea di chi, quando e perché abbia scritto queste parole di fuoco, tanto più che la narrazione risulta sconnessa. Dalla qualità della carta, dall'analisi del suo deperimento, e con l'ausilio di un amico più esperto di me in queste cose, sono riuscito a risalire ad una datazione approssimativa tra il 1830 ed il 1870.
 L'autore, forse un parente, si esprime come un uomo non colto ma ingegnoso, addentro alle cose politiche del tempo, tendente alla speculazione filosofica, ma ti ripeto giudica tu ed i lettori del tuo seguitissimo blog affinché qualcuno possa aiutarmi a svelare questo mistero. Ecco dunque la sostanza....

 "cuando so' parlato co lo superiore di civitello, Subbito sono capit cullu' era uno crande delincuente. Riteva colli occhi allu puverome Che ci stava annunzi. E che cchiu' lo unculava cchiu' lo povero faceva sci sci cola coccia. Reteva reteva lo cummanante sotto lo baffo e intanto io lo squatrafo e lo conoscevo una mmerda. Uno crante girare di puttanizie intorno di lui. Lo grante superiore di civitello riteva sotto li baffi che non cia' a le puttanizie telo poveromo onesto e timorato diiddio cola d grossa"....

 Qui, caro Sergio, non riesco più a decifrare, solo si legge una breve nota che mi ha stupito per la crudezza ed il pessimismo che infonde.

 "cuasi che vollio penzare tando lo sali nela potenza, tando puttaniere e delincuente addivieni c cche la pottenza ti rote lo cervellatt e pinzi sembri a scopare a telinquentare li aldri che pure ladri sono"

Firma illeggibile.

 Chi poteva essere questo personaggio di Civitello (Civitella?) che abusava del suo potere in maniera tanto sfacciata quanto bassa? Ti prego aiutami. Intanto spero di poter recuperare altre parti dal rovinato manoscritto.


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