mercoledì 7 luglio 2021

A CAPRI TANTI ANNI FA

... Ma sebbene non sapessi manifestarle i moti del mio animo, lei era ormai capace di leggermi dentro. Certo era assai vicina a comprendere, spesso, il senso di una fuggevole impressione suscitata in me da episodi all’apparenza senza significato, e per altri sicuramente privi di commozione. Ciò era per me motivo di disagio e di non sapevo quale pudore. Lei leggeva virtualmente ogni pagina del mio futuro romanzo e recepiva il vero, intimo significato di ogni parola, interpretandola come io avrei voluto che fosse. Subiva lo stesso ineffabile turbamento che le bellezze naturali dell’isola avevano generato in me come folgorazioni improvvise. Tornare a quei giorni rileggendo oggi righe sbiadite su fogli gialli e logori, nell’immensa solitudine che si avverte rovistando dopo tanti anni tra carte e ricordi del passato, è per me motivo di angoscia. Ma vorrei tornare a Capri per concludere quel romanzo, per perdermi ancora in quel mondo fatuo di lustrini e scarpe bianche, di creme abbronzanti e lunghi abiti da sera al quale uno strano destino mi accostò, un tempo, per fornirmi il canovaccio di una possibile scrittura. Avevo subito ceduto al richiamo del suo dolcissimo sorriso. Da un tavolo all’altro, tra il profumo dei caffè ed i e languidi ammiccamenti malamente ascosi di mogli non più giovani, coi mariti in città, più di una volta m’era parso voluto e non casuale quel suo fuggevole guardare verso me, subito seguito da un’ improvvisa e depistante, fittizia conversazione con l’amica vicina. Pur prevenuto, e comunque per principio ostile a quelle fumose ostentazioni di gloria sociale, ero tuttavia tornato in seguito a sedermi allo stesso tavolo e avevo guardato, ogni sera, da quella parte. Quegli occhi belli, azzurri e profondi come il mare di Capri, sorrisero un giorno al mio sentire.