sabato 15 ottobre 2016

CONCLUSO CON SUCCESSO IL TORNEO DI DOPPIO "AMICI DEL SABATO"


       


Si è concluso con una simpatica cena in allegria  il Torneo di Tennis ad invito "Amici del Sabato",  ideato dal Patron Orazio Martinelli, Giudice Arbitro e perfetto organizzatore della manifestazione svoltasi presso i campi di via Ippodromo a Giulianova.
L'idea proposta e realizzata da Martinelli è stata quella di far disputare incontri di doppio conferendo però progressivi punteggi a livello individuale, non solo in base alle partite vinte, ma anche in base ai set conquistati di volta in volta da ciascun partecipante. E' venuta fuori una manifestazione originale e inedita, protrattasi per lungo tempo (gli incontri avevano cadenza settimanale) e non priva di momenti "difficili", tra sane contestazioni, accesi diverbi e sfottò che non hanno fatto altro che rendere più vivo il torneo con evidenti ritorni sulla bontà dell'iniziativa. 
 Il fatto che proposte di questo genere ottengano unanime approvazione e tanti consensi da parte dei partecipanti è segno di come ci sia sempre più bisogno di organizzare intrattenimenti che favoriscano la socializzazione, soprattutto in settori che accomunano passioni condivise, il tennis in primo piano. 
Orazio Martinelli ha preso in mano, sua sponte e in modo assolutamente autonomo, un progetto nuovo: quello di organizzare, in modo collaterale rispetto all'attività ufficiale del Circolo Tennis, manifestazioni parallele, avulse da ogni regola ufficiale, pur nel rispetto delle regole canoniche del tennis. Gli incontri sono stati disputati con l'adozione del "break point", con l'introduzione del "pareggio" negli incontri, con alcune innovazioni che hanno reso ancor più divertente ed originale il Torneo.
Per la cronaca va registrato che è già partita un'altra iniziativa simile: Torneo "Amici del tennis di settembre", iniziato da poche settimane e già avviato su binari di analogo successo.
Nel frattempo venerdì 14 ottobre si è tenuta, nel corso di una goliardica cena, la premiazione dei vincitori della manifestazione a punteggio individuale:

1 classificato:  Paolo Pizzuti
2 classificato   Iwan Costantini
3 classificato   Sergio Di Diodoro
4 classificato   Patrizio Di Bella




lunedì 3 ottobre 2016

CUORE DI PEZZA

         

                                C’erano una volta un giovane computer e una vecchia bambola dì pezza che un giorno si incontrarono per caso nel solaio di un villino di campagna.
Mancava poco a Natale, fuori era freddo e la neve scendeva lenta.
Sembrava che tutti si fossero vestiti di bianco: i monti, le case, le colline, gli alberi e le foglie.
Ogni animale aveva chiuso la piccola porta della sua stanza e si era addormentato aspettando che tornasse ancora la primavera.
- Cosa fai tu qui in soffitta - disse la bambola al computer - tu che sei così giovane non dovresti stare tra noi giocattoli vecchi, rotti e abbandonati che viviamo da tanti anni in questo brutto scatolone –
- Sto lavorando — rispose pronto il computer — mi chiamo Pico e mi hanno sistemato qui temporaneamente. Sono collegato tramite un sistema di fili e di circuiti al Presepe che vedi laggiù in quel salone. Per merito mio i pastori camminano, l’acqua corre nei piccoli fiumi, il giorno e la notte si alternano e gli angeli cantano in coro. Pure la neve che sembra scendere sui monti è un effetto speciale del mio programma-
- Tu... tu riesci a fare tante cose? - domandò stupita la bambola - e per giunta stando così lontano?-
- Sì certamente – confermò Pico – ma dimmi, tu chi sei, come ti chiami?-
- Il mio nome è Pola - disse la vecchia bambola di pezza riprendendosi dallo stupore - e non sono più in servizio da circa quaranta anni. Il mio abito è logoro e consunto e sono piena di polvere, come vedi -
- Ma non hai batterie, fili, circuiti, memorie da utilizzare, non sei proprio capace di fare nulla? - l’aggredì Pico - oggi le bambole camminano, parlano e rispondono ai bambini, cantano e riescono anche a piangere lacrime vere, mentre tu, a quanto pare, non riesci neanche ad aprire ed a chiudere gli occhi..
 A queste parole Pola sentì il suo piccolo cuore di pezza battere forte forte e se in quel momento avesse avuto vere  lacrime da versare certo le avrebbe versate....
- No - disse- non ho batterie nè circuiti nè memorie, sono solo una bambola di pezza, ma un tempo anch’io ho avuto una padroncina a cui volevo tanto bene. Si chiamava Tata ed era felice con me-
Felice, felice – rise Pico – come poteva essere felice con te che non puoi neanche essere programmata?- Quest’ultima parola suonò davvero strana alle orecchiette di pezza della piccola Pola che, per quanti sforzi facesse, non riusciva proprio a comprenderne il significato. Per sua fortuna, però, le bambole di pezza sono sempre tutte colorate, cosicché neanche un computer intelligente come Pico potè accorgersi che stava arrossendo per la vergogna.
A salvare Pola da quell’incomoda situazione giunse, improvvisa, una voce dalle stanze sottostanti: - E’ andata via la corrente — gridò uno dei bambini — il Presepe non funziona più! -
Ora i pastori non camminavano, l’acqua dei ruscelli era immobile, lo schermo dietro le montagne s’era spento e non si udiva più il coro degli angioletti.
Pola non riusciva a scorgere, in quella oscurità, neanche la luce verde di Pico.
- Pico, Pico — gridò — cosa mai ti è accaduto?
Ma Pico, ora che non c’era corrente, non poteva né sentire né parlare!
- Proprio ora che vengono i nostri amici a vedere il Presepe – disse tra le lacrime uno dei bambini.
Fu proprio quel pianto disperato a ricondurre Pola, per un attimo, indietro nel tempo. Si rivide giovane bamboletta tra le braccia della sua Tata che, quando andava via la corrente, la stringeva forte a sé perché aveva paura del buio e le bagnava le piccole trecce con i lacrimoni.
-Tu certamente riesci a fare tante cose - disse in tono di rivincita rivolta a Pico, ora che la sua luce verde aveva ricominciato a lampeggiare in segno di ripresa - ma forse a volte un cuore di pezza può collegarsi al cuoricino di un bimbo che piange anche senza fili, circuiti e memorie.... -
In quel momento un topolino che passava spesso da quelle parti in cerca di cibo, si fermò all’improvviso a guardare Pola: mai, come quella sera, l’aveva vista piangere di gioia....