martedì 22 settembre 2020

EFFIMERI VALORI E FALSE LUSINGHE

Cosa accadrebbe a chi all'improvviso dovesse accorgersi di avere ingiustamente dedicato la propria vita al conseguimento di effimeri valori che con le loro false lusinghe gli hanno appannato per lungo tempo la capacità di discernere il bene dal male, il verso dal falso, il giusto dall'ingiusto, costringendolo a voltare le spalle alla vera felicità per inseguire illusorie chimere? E come reagirebbe un professionista affermato e famoso se un giorno qualsiasi del suo vissuto quotidiano apparisse uno sconosciuto in grado di saper riconoscere le persone prossime alla morte? Già nelle prime pagine del suo avvincente romanzo Guillaume Musso pone indirettamente il lettore davanti a queste insolite domande, coinvolgendolo in una situazione di assoluta stravaganza.Ma a Nathan, protagonista della storia, tutto ciò accade realmente. Avvocato ricco e famoso, "brillante ed orgoglioso di sé" si trova, uno strano mattino della sua esistenza, a dover riesaminare la propria vita, perchè per la prima volta è costretto a considerarne, come imminente, la fine. Un indesiderato e sconvolgente annuncio che gli giunge velatamente (e poi si scoprirà perchè) da un fantomatico personaggio, medico, accreditato del potere di individuare gli esseri umani prossimi ad abbandonare la propria esistenza terrena. Per il protagonista della vicenda l'evento equivale - e qui la cruda universalità della storia - a dover sentire per la prima volta come realmente possibile, anzi prossimo, il definitivo ed irrevocabile abbandono del castello di potere costruito accumulando nel corso degli anni successi professionali, conquiste sociali, immagine, gloria e, soprattutto, tanto denaro. Beni che all'improvviso, davanti alla concreta possibilità della morte, diventano futili ed eterei, apparenti, falsi ed illusori, in una parola inutili. Assumono di contro carattere di autenticità altri valori che la stete ingorda di fama e di potere ha sepolto sotto il cumulo dell'egoismo: nel caso di Nathana si tratta del rapporto con la moglie , guastato per sempre da un inevitabile divorzio, conseguenza logica del tanto, troppo temopo da lui dedicato al lavoro ed alla carriera professionale. Ma ancor più si tratta del rimpianto per le occasioni e le opportunità perdute di poter trascorrere momenti della sua vita accanto alla figlia Bonnie, sempre amata, ma tralasciata, a volte dimenticata, messa da parte per lasciare spazio alle lusinghe di una fulgida carriera forense. L'incontro con Goodrich, medico dotato di un'angustiante capacità paranormale, costringe Nathan a riesaminare il proprio vissuto, non senza drammatiche concessioni ad un feroce rimpianto, esacerbato dall'ineluttabilità di alcune scelte trascorse, ed ora inutilmente rievocate. La spietata universalità del racconto coinvolge chi legge proprio per via della vessante globalità del messaggio trasmesso. Il tema della futilità di ogni bene terreno, da ciascuno sepolto sotto l'immane massa del progressivo evolversi degli eventi quotidiani,emerge in modo scomodo, irritante, fastidioso, suscitando un forte quanto inutile desiderio di rifiuto, ma al tempo stesso un'inevitabile sottomissione. Il momento della redenzione esplode in tutta la sua deflagrante potenza suscitando nel lettore retoriche, ma drammatiche domande sulla reale valenza di alcuni stereotipi della vita di oggi: cosa rappresentano ricchezza, potere, agi, lusso, fama, gloria, prestanza fisica, nel momento in cui una persona che ha la possibilità di farlo ti comunica la data, imminente, della tua morte? Un fantastico quanto inatteso finale non libera la mente da un'ingombrante inquietudine che dovrebbe risultare di ausilio a qualcuno per valutare con occhi diversi il vero senso della propria vita. Un libro da leggere in vacanza, perchè l'atmosfera frivola e serena di un periodo dedicato al riposo consente un approccio mediato e più distaccato con la pregnante immanenza del messaggio che viene trasmesso. Ciò può aiutare a mitigare, ma non ad eludere, una comunque benefica e catartica angoscia. ..................................................................................................................................... "L'UOMO CHE CREDEVA DI NON AVERE PIU' TEMPO"..................................................................... GUILLAUME MUSSO............................................................................................................. ED. RIZZOLI