mercoledì 11 gennaio 2017

MILLANTARE IL PASSATO


Col trascorrere degli anni e col passare del tempo molti eventi trascorsi si avvolgono in un velo di dimenticanza e di oblio, soprattutto se si tratta di fatti che riguardano gli altri, ancor più se gli altri sono amici o conoscenti persi di vista da lunga data. Molti ricordi si affievoliscono e finiscono in una remota area della mente dalla quale solo accadimenti improvvisi possono richiamarli. Questa legge naturale consente a qualcuno di manipolare il proprio passato a proprio uso e consumo, rimodellandolo e trasformandolo da come è stato realmente a come egli avrebbe voluto che fosse. Durante una cena di rappresentanza ho incontrato un vecchio compagno di Liceo prima, e di Università dopo,  sparito dalla circolazione da lungo tempo perché trasferitosi in altra città dopo la Laurea (mia, perché la sua tardò ad arrivare...).
Sedeva non lontano dal mio tavolo, in compagnia di altri suoi amici ed amiche. La posizione delle nostre sedie era tale che io, potendo comodamente vederlo,  ho avuto agio di riconoscerlo. Lui, coperto da una colonna e da una grossa pianta, non poteva sapere che io ero lì.
Ho sentito, poi maleducatamente ascoltato, quello che andava narrando, guarda caso, proprio della sua carriera scolastica. La presumibile conoscenza superficiale dei suoi commensali gli consentiva di sparare a zero sulle vicende del suo passato studentesco, amplificandone la portata e inventando clamorosi successi mai conseguiti. La potenza millantatrice del suo racconto ha toccato vertici inauditi quando ha descritto in modo apoteotico e trionfale la sequenza degli esami universitari, costellati di successi e di trenta e lode consecutivi,  non documentabili in quella sede, ma neanche confutabili, sublimati in un grandioso finale con esame conclusivo coronato da un prevedibile e mai ottenuto 110 e lode (senza bacio accademico, forse per modestia).
Lo spirito goliardico che un tempo ci univa e ci animava ha avuto il sopravvento e alla fine ho considerato questa sua esibizione una sorta di sceneggiata fine a se stessa, intavolata per bene apparire di fronte agli altri, chissà per quale diabolico fine, o forse solo per amore di teatralità. Ma il mio ricordo non poteva che ripercorrere passo passo, durante la sua narrazione, le vera carriera universitaria da lui realmente vissuta al mio fianco e infarcita dei suoi ripetuti e malaugurati insuccessi.
Oggi professionista, magari pure bravo ed affermato, ha la possibilità di ricostruire il suo passato a proprio uso e consumo, abbacinando chi non lo conosce e poggiando la realtà di oggi su fasulle fondamenta di ieri.
 Ma forse tutto ciò poco conta. Forse davvero chi ha capacità istrioniche vale più di chi nasconde i propri trascorsi meriti dietro una falsa ed ipocrita modestia. Per rispetto della sua persona e per evitargli la classica "brutta figura" ho evitato di farmi vedere, restando nascosto dietro la colonna e dietro la pianta. Ma avrei avuto tanta voglia di riabbracciarlo.
 Magari per dirgli che non ricordavo nulla del nostro passato universitario. O che lo ricordavo completamente diverso...