giovedì 10 novembre 2016

PUBBLICO LUDIBRIO E SEGRETO ANONIMATO

Un tempo coloro che venivano sorpresi in flagranza di reato erano sottoposti alla umiliante pena della "gogna", una sorta di pubblico ludibrio, una prova inconfutabile della colpa commessa, con esposizione all'irriverenza ed allo sberleffo degli altri. In buona sostanza il colpevole diventava una specie di emblema del suo stesso delitto e poteva essere tranquillamente sbeffeggiato in pubblica piazza da qualsiasi passante, giovane o adulto che fosse, ed essere portato ad esempio negativo per tutti gli altri. Il suo volto non veniva coperto, il suo nome non era sottaciuto. Questa sceneggiata aveva lo scopo di mettere in guardia gli altri. Era come un deterrente per chi avesse avuto voglia di delinquere. Tu commetti un reato ed io ti faccio diventare un personaggio negativo, un esempio da non seguire, pubblicizzando non solo la tua colpa, ma la tua stessa persona, senza nascondere la tua identità.
Oggi avviene il contrario. Si espone al pubblico ludibrio la colpa, ma in onore alla privacy, si cela l'identità del colpevole. Lo si protegge come se avesse il diritto di essere protetto. In realtà la legge sulla privacy non prevede l'anonimato di chi viene colto in flagranza di reato. Inutile sorprendere chi timbra il cartellino e se ne va a giocare a golf se poi si ha la premura di tutelarne l'identità. Molti altri saranno tentati di fare la stessa cosa, cullandosi sulla comoda protezione che ne rende impossibile l'identificazione e la condanna pubblica.
Non basta svelare la colpa se non si rende poi il servizio completo: rendere note le generalità del colpevole, dire dove lavora, chi è, cosa fa.
La gogna pur nella sua superata arcaicità svolgeva un basilare ruolo di prevenzione. Oggi funziona tutto in modo diverso: quando si scopre un delinquente (= colui che delinque) se ne protegge l'identità perché nessuno sappia chi è. Oppure si ricorre al fenomeno opposto: lo si rende protagonista di un talk show, lo si manda al Grande Fratello Vip, se ne fa un idolo come se fosse davvero un personaggio.  Non cambia poco. Una volta era esposto al pubblico ludibrio, oggi alla pubblica ammirazione o, male che gli vada, al segreto anonimato.

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