domenica 23 gennaio 2011

BATTLING PHONSE




Non senza travaglio il mio amico ricercatore spulcia tra le ingiallite carte del suo solaio dalle quali emergono indizi che aprono le porte a suggestive supposizioni.  La ricerca della verità, sepolta sotto la coltre della polvere che altera i manoscritti, diviene sempre più affascinante e disegna scenari che sembrano incredibili ma che, forse ……

Sergio,
Ti scrivo questo quasi come un testamento. Come fratelli combattemmo fianco a fianco più di una volta sotto i colpi dei frombolieri a noi avversi, volti a fiaccare la nostra marmorea determinazione a dissetarci alla fonte della Verità, a vedere quella luce che ormai non abita più in questo mondo che  più e più di me saggi hanno definito - cito letteralmente - un "mondo di merda" . Le ricerche che da settimane conduco hanno portato a risultati inattesi quanto strabilianti. Come tacere che un nostro concittadino, forse persino un nostro avo, quel buffo, scaltro Alfonso nativo di Battaglia di Campli forse sedette il 22 luglio del 1862 al tavolo insieme ad Abramo Lincoln che firmava la proclamazione di emancipazione? Indizi, voci, frammenti e lembi di quello sdrucito manoscritto turbinano nella mia mente. Mi portano al quel Sant'Antonio ritratto nella vecchia chiesetta di battaglia che ha le sembianze dello statista americano. Chi sarebbe allora quel "great italian commander" spedito a Lincoln "from Garibaldi" che assomiglia tanto ad Alfonsino, che nelle carte ufficiali carpite quasi con la forza allo Smithsonian Museum di Washington viene definito solamente come "battling Phonse"? Tante notizie che mi hanno allontanato dal conforto dei cari per risolvere questi enigmi ed avvicinarmi, passo dopo passo, cotidie, ai fulgidi raggi della Verità che soli possono scaldare il cuore del giusto.
La stanchezza mi prende, devo dormire. Sappi comunque che continuo a lavorare senza sosta. Non tutto posso rivelare adesso. Dubbi profondi mi tormentano, battaglie, sangue, simboli massonici e religiosi turbinano nella storia di questo misterioso personaggio. Pare che dalle anonime campagne del contado borbonico, questo cafone - nel primitivo senso del termine - abbia forgiato una parte non trascurabile della storia moderna dell'occidente. Lo ritrovo a Vienna, e poi ancora all'assedio di Vicksburg nel 1863, nella battaglia di Sedan  nel 1870 dove pare presenziasse coi gradi di generale. Non voglio svelare quello che il mio intuito da giorni sussurra alla mia ragione. Non voglio dire tutto. Ti voglio lasciare con l'incipit e la conclusione di una missiva data 1908:
"Dear Phonzo"........"Theodore Roosevelt II"

2 commenti:

  1. Non e' uno scherzo, molti conoscono la leggenda di Alfonso nativo di Battaglia.

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  2. Infatti potete aggiornarvi su internet. Nel libro "da Garibaldi a Kennedy, il secolo di Alfonso" interessante il pezzo relativo al suo ruolo nella pace di Yalta

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