martedì 11 ottobre 2011

L’ONNIPRESENTE FUNSINO



Il mio amico ricercatore, che per via della sua onestà intellettuale non mi invia materiale se non quando esso trovi effettivo riscontro nella storia e nei suoi più sconosciuti eventi, dopo lunghe ed estenuanti indagini mi relaziona in merito ad un periodo della vita di Alfonso di Battaglia che trova agganci in epoca relativamente a noi vicina, a riprova della longevità del personaggio cui la sorte regalò onnipresenza nei periodi topici della storia umana:


Caro Sergio,
tu che ancora, impavido e burbero, scacci le false voci della vanità, tu solo puoi capire l'ardente fuoco e brama di verità che mi costringe ad andare avanti per la stretta ed erta via della conoscenza.
Sulle tracce di Alfonso Di Battaglia. Un brandello di verità, un racconto sommesso, leggende metropolitane. Non riesco a discernere il vero dal falso.
Fatto sta che lo ritroviamo, ormai vecchio e sdentato, a fianco del Vate nell'impresa di Fiume. Ancora Lui in testa alla marcia su Roma.
Pare che lo stesso Duce lo venerasse come un idolo. Solo al Venerabile erano concesse certe impudenze, se e' vero, come non ho ragione di dubitare, che durante l'udienza dell'ambasciatore Inglese nella Sala del Mappamondo, all'usuale invito del fascistissimo Starace, "saluto al Duce!", rispondeva il sonoro pernacchio dell'astante Alfonso, sotto lo sguardo indulgente di Benito.
Che fosse fascista non possiamo dirlo. Anzi alcuni lo dicono il vero simbolo della lotta partigiana. Ormai quasi centenario, ma ancora attivissimo, inizio' ad apostrofare Mussolini come "llu' scuppat panzon" tra una bestemmia ed una blasfemia. Continuo a trovare testimonianze che vanno avanti nel tempo. Ma sono vie che non voglio seguire. Che mi portano quasi fino ai giorni nostri. Ciò non può essere, che' avrebbe quasi 170 anni.

Caro Sergio, anche se ti conosco oberato dalle gioie del mogliume, figliume, nipotume, tennisume e ufficiume, in questi momenti di ritrovata libertà, in questi attimi fugaci che ci fanno intravedere un futuro migliore di un passato peggiore per colpa dei delinquenti che appestano il mondo, caro Sergio dicevo appunto, immergi anche tu le mani nella melma della storia e nutri la sacra fiamma della verità e della giustizia.

Viva l'Italia!

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