mercoledì 19 ottobre 2011

QUEL FATIDICO GIORNO

Non so se credere o non credere a questa davvero sconvolgente notizia che traggo da un settimanale sconosciuto che data agosto 1969 e del quale è andata perduta la prima pagina di copertina, cosa che rende impossibile risalire alla testata. Trovo la rivista semidistrutta all’interno della cassapanca del solaio, sul fondo, rosa dai topi. Quello che riesco a leggere, con i brividi addosso, è questo brano, parziale ricostruzione del pezzo originale:

“”” Nel momento in cui il primo astronauta (Armstrong alle 4,57 ora italiana del 21 luglio 1969, ndr) ha posto piede sulla luna , precedendo di poco  il collega Aldrin, ha pronunciato le seguenti parole “Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un grande passo per l’umanità”…….
…….. La cosa curiosa, però, è che nel pronunciare la frase ha dato l’impressione di  leggere una sorta di scritta  posta su un cartellone di cartone, qualche metro davanti a lui………
…….. Da un esame approfondito della prima foto pervenuta alla Nasa, con un forte ingrandimento, sembra potersi ricostruire, a stento e con molta difficoltà, questa strana iscrizione “”quoste aè nu passotte pe l’ommene, ma nu passe grosse pe lu monne, Fdb””

Un’attenta ricognizione conferma che nessun altro giornale dell’epoca ha fatto riferimento a questo sconvolgente episodio. Nessuno, d’altro canto, avrebbe potuto decifrare la scritta, se non uno in grado di interpretare la grafia del dialetto abruzzese. Ma cosa pensare di questa storia? Quella sigla finale che vuol dire? Davvero significa Funsine de Battaje?
L’ipotesi, sconvolgente e sconcertante, quantunque incredibile, è che Funsino avesse preceduto di poco (ma come, ma quando?) l’arrivo del LEM sulla luna, dopo aver viaggiato, da clandestino, all’interno del modulo di Comando “Columbia” insieme con gli altri tre astronauti.
A questo punto la famosa frase sopra riportata sarebbe da attribuire a lui, e risulterebbe solo tradotta da Armstrong, capace non si sa come di comprenderne immediatamente il senso, pur nella per lui difficilissima grafia italo-dialettale.

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