lunedì 20 settembre 2010

ISOLE MENTALI

Avviene di notte, nel risveglio forzoso causato da una persistente insonnia.
Quando vorresti dormire e non puoi farlo, e allora pensi, rimugini, e voli con la mente lontano, lontano dalla realtà trascorsa del giorno prima e da quella incombente del giorno dopo. Una specie di fuga fantastica alla ricerca di entità ignote, di luoghi mai visti, di sensazioni mai provate, di sconosciute  isole mentali.
Un desiderio sempre crescente di fuggire via dalla vita senza morire,  senza alcun aiuto esterno, con la sola forza della mente libera, anzi assetata di libertà, desiderosa di volare in alto, ma così in alto da apparire come un meraviglioso mezzo di fuga, di cui vergognarsi forse,  tanta è la sua potenziale capacità di superamento dei vincoli che la legano alla realtà, sia pure a quella confusa e distorta di una notte insonne.


1 commento:

  1. Per i risvegli notturni, che rischiano di far sì che il cor si spauri, come forse avrebbe detto l'amico Giacomo, ho un nutrito bagaglio di libri sul cuscino, libri che, come proprio dici tu, aiutino a volare lontano: leggo i libri di Bernard Moitessier, il velista solitario che era una specie di San Francesco dei mari, e che vagabondava nei grandi oceani; leggo gli idilli di Gessner, libro certamente desueto e quindi introvabile che ho dovuto scaricare da Google libri e che ti fa volare in mitici boschetti arcadici, con ninfe e sorgenti gorgoglianti, nembi gonfi di procelle in arrivo e augelli che cinguettano sul biancospino. Trovo che non ci sia niente di meglio per "volare via", finché non arriva l'omino della sabbia, la figura mitica del folklore nordico che si dice getti la sabbia negli occhi degli insonni, perché si decidano finalmente a chiuderli e dormire...

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