domenica 19 settembre 2010

QUELLA MAGICA NOTTE

Si chiamano “complottisti”. Sono gli adepti di una sorta di setta miscredente, votata a demolire quelle che loro stessi definiscono , con malcelata spavalderia, “credenze popolari” o “false convinzioni collettive”. Non credono. Ma il loro agnosticismo, in luogo di essere  rivolto a presunte verità trascendentali, attacca, in massima parte, realtà all’apparenza inconfutabili: non c’è mai stato un aereo che ha colpito le Torri Gemelle, le Piramidi furono costruite da popolazioni aliene provenienti da un’altra galassia, gli Americani nel 1969 non andarono sulla Luna. Quest’ultimo sconcertante assunto , in coincidenza con il 40° anniversario del “presunto” allunaggio, ha coinvolto, in verità, anche molta altra gente non palesemente di fede “complottista”. 
Il celeberrimo sbarco sulla luna sarebbe stato la scena fantastica di un ipotetico  film,  peraltro supervisionata dalla carismatica direzione tecnica del miglior regista dell’epoca, Stanley Kubrick. Una specie di truffa universale finalizzata a porre l’America degli anni sessanta al centro dell’intero pianeta per prestigio e potenza. La teoria complottista, a quaranta anni dall’evento, ritiene pertanto l’allunaggio di Neil Armstrong ed Edwin Aldrin nulla più che una colossale beffa, una montatura, quanto si vuole geniale, che avrebbe ingannato tutto il mondo. Insomma, una vera e propria “americanata”.

Ma chi avrebbe mai potuto credere, quella notte del 20 luglio del 1969, di essere vittima inconsapevole di un falso storico internazionale che, se scoperto, avrebbe oltre tutto sconvolto gli equilibri politici (peraltro instabili) dell’intero pianeta? L’Unione Sovietica e l’America , infatti, come due first lady alla ribalta della scena, non si sarebbero perdonate nulla . E se la Russia avesse potuto smantellare il fantomatico set cinematografico, sede delle finte riprese, nel mezzo del deserto del West, l’avrebbe certamente fatto. E di vero cuore.
Naturalmente , poiché l’ombra del dubbio deve essere sempre giustamente accolta da ogni mente aperta e poiché “”di nessuna verità si può aver certezza” non bisogna rifiutare a priori la pur risibile e per certi aspetti ridicola teoria dei complottisti. Le prove a favore e contro, d’altro canto, mirabilmente cozzano e si eludono a vicenda: non ci sarebbero state in quel tempo tecnologie in grado di consentire ad un essere umano di andare sulla Luna e, soprattutto, tali da permettergli di tornarne vivo; e ancora: dalle immagini giunte sulla Terra non si comprende perché, nonostante il cielo fosse completamente buio e privo di atmosfera, non si vede sullo sfondo nessuna stella; di contro: se davvero non ci fosse stato l’allunaggio l’America avrebbe corso il serio rischio di perdere carisma e prestigio davanti al mondo intero, e di essere comunque ignominiosamente smascherata da eventuali missioni successive che avrebbero dimostrato l’assenza, sul satellite, dei 67 Kg. di strumenti scientifici sistemati dai due astronauti sulla superficie del Mare della Tranquillità.
Quella notte del 20 luglio 1969 fu una notte magica. 
Noi diciottenni di allora, figli della ripresa economica post-bellica, figli dei fiori, nottambuli delle balere,  sempre  innamorati tra i fuochi dei falò e i sound delle chitarre, ammaliati dai Beatles, nuovi cantori di pace e di libertà, non vogliamo e non possiamo essere stati i testimoni della più spudorata, spregiudicata, spregevole ed infame beffa che la mente dell’uomo avrebbe mai potuto partorire.
Se pure i complottisti , con le loro astruse e strampalate teorie, dovessero, per assurdo, un giorno, dimostrare di aver ragione,  su questo argomento lascino  noi sessantottini  per sempre fuori dalla disputa.
Se allunaggio non vi fu  non c’importa più di tanto.
Per noi che aspettammo l’alba, il 20 luglio 1969, mentre si apriva una pagina sull’ignoto, col cuore ebbro di giovinezza e di emozione, quasi fossimo noi stessi attori e protagonisti della sensazionale impresa, e con la mente proiettata verso un futuro di stupefacenti scoperte, neanche una clamorosa smentita potrebbe mai alterare  l’immacolato ricordo di quella notte magica e piena di mistero.

2 commenti:

  1. Quella notte restammo svegli quasi fino all'alba, e registrammo tutta la telecronaca di Tito Stagno con il vecchio registratore Geloso. Poi il nastro non lo riascoltammo forse mai, finché a un certo punto non andò perso in uno dei tanti traslochi. Un po' mi dispiacque, però molti anni dopo in edicola trovai un DVD con tutte le immagini dell'allunaggio e le voci originali degli astronauti. Adesso mi piacerebbe comunque riascoltare quel nastro, perché credo che avesse registrato anche le nostre voci meravigliate, visto che all'epoca si registrava con il microfono, mica con i tecnologici cavetti...
    danilodd

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  2. Quel nastro credo che sia davvero irrecuperabile. Ho conservato tante cose dell'epoca ma quei nastri del Geloso non li ho mai più rivisti...(C'erano pure la voce di nonna e quella di zio Mimì in uno spassoso siparietto).

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